Alla lunga serie di incoerenze e contraddizioni si è aggiunto, finalmente, il ponte. Con il premier che si affida a un privato per il colpo da maestro, un po' amici miei (in tutti i sensi), un po' house of three cards (a proposito di bicameralismo disastrato).

È andata così fin dalla fine del 2013. A poco a poco si sgretolava il programma del 2013, già messo a dura prova dal taglio delle tasse sugli immobili di Letta per via di Berlusconi, che ovviamente fu contestato, per essere riproposto nel 2015.

Così sull'articolo 18, da falso problema a battaglia campale.

Così per lo Sblocca Italia e la svolta fossile.

Così per la Scuola.

Così per il contante.

Così per la stessa Costituzione.

Così per l'Italicum.

Così per quasi tutto. Una tendenza all'inversione di marcia (che fosse questo il senso del cambia verso?) alla contraddizione insistita e creativa, alla smentita di tutto e del contrario di tutto. Fino al ponte. Il politico non mantiene le promesse. Le cambia. Le ribalta. Le piega alla situazione. Sono promesse momentanee, tattiche, parole al vento (e non si può fermare il vento con le mani, giusto? Figuriamoci con le promesse), guizzi che fanno parlare di sé, deviazioni e distrazioni.

Tutto molto cool, tutto molto pericoloso. Potenzialmente distruttivo, nel paese della sfiducia militante. Del superamento delle categorie che ha portato di fatto al loro azzeramento. Chi non si adegua all'illogica dominante, è illogico. Chi non si adatta, è compatito. Chi chiede coerenza, passa per idiota. E chi chiede conto, poi, passa automaticamente dalla parte del torto (anche se cambia in continuazione, anche quella, ovviamente). Il gattopardo era un peluche, al confronto. Qui siamo al Proteo, al cangiante, allo stupefacente.

Scherzi a parte, è tutto reale, ciò che è razionale e ciò che non lo è. E tutti si spostano: chi è subitaneo nel cogliere la nuova linea, chi ci mette qualche mese. Questa mattina in tv c'era già qualche parlamentare divenuto, in una sola notte, pontiere. Tra Scilla e Cariddi, tra il se stesso di ieri e quello di oggi, tra le parole e il loro contrario. Pontieri, necessariamente orizzontali, ma pronti a un colpo di reni: che se poi la posizione cambia, non ci si può far trovare impreparati. Il ponte Mascetti. E gli amici suoi.

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