Quando mi appellavo al centrosinistra perché rispettasse le promesse fatte agli elettori, mi riferivo alle nostre promesse, non a quelle di Berlusconi. 

La mossa di Renzi va vista in tre modi. 

Prima di tutto, un tributo al suo padre spirituale, Berlusconi. Assieme alla dichiarazione di Galletti ("la riforma che il centrodestra ha sempre voluto"), anche il ponte sullo stretto è un'evidente strizzata d'occhio all'elettorato di centrodestra in vista del 4 dicembre.

E' poi un segnale al già schieratissimo mondo dei grandi gruppi di potere italiani, che a partire da Confindustria fanno campagna apertissima per il sì al referendum. Il favore è restituito.

Terzo, è il classico colpo ad effetto che Renzi predilige, la mossa per spostare il dibattito e allontanarlo da un tema per lui scomodo. Invece di parlare dei sondaggi che danno il sì in calo, invece di parlare di questa pessima riforma, o dei dati preoccupanti dell'economia e del lavoro, parliamo tutti di ponte sullo stretto. Noi ci stiamo, e ne abbiamo di cose da dire, ma non pensi che allenteremo la presa sul resto.                         

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