A parte chi salutò come geniale l’idea di non celebrarle in Italia per poi attaccare chi dopo tre anni non le vuole, segnalo alcune cosette di una qualche importanza sul tema Olimpiadi.

Alcuni di noi chiesero in tempi non sospetti di dare la parola ai cittadini, come è capitato in altre città. E non lo si è fatto.

La giunta Marino era favorevole, ponendo legittime condizioni: poi l’hanno mandata a casa (e tra le altre cose c’entravano parecchio le Olimpiadi: il come e soprattutto il dove farle).

Poi i Radicali hanno lanciato la raccolta firme per indire un referendum sulla questione (e però hanno anche sostenuto Giachetti che era favorevolissimo alle Olimpiadi).

Nel frattempo Raggi si è candidata, dichiarando esplicitamente la propria contrarietà alle Olimpiadi. E così i candidati che l’accompagnavano.

Se i programmi o quantomeno le parole elettorali hanno ancora significato sarebbe coerente se Raggi, che ha stravinto le elezioni anche dicendo che non le piacevano le Olimpiadi, dicesse ancora no.

Al di là delle opinioni, ciò che si dice in campagna elettorale ha valore. Lo so che siamo abituati al fatto che succeda il contrario di quanto si promette o dichiara, ma sappiamo tutti che è sbagliato, giusto?

E, da ultimo, se qualcuno dice che però la maggioranza dei romani in realtà era (o sarebbe stata o è) favorevole, torniamo alla nostra richiesta – puntualmente disattesa – da cui siamo partiti: per saperlo, sarebbe stato carino farli votare, informandoli per bene.

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