Ho aderito immediatamente alla proposta di Giulio Marcon e tanti altri perché si manifestasse anche in Italia sul tema più attuale e doloroso.

Sarò a Verona perché vorrei partecipare con la mia famiglia all'iniziativa e vorrei sottolinearne l'aspetto umano prima ancora che politico.

Credo che possa essere un momento su cui riflettere: in questi mesi abbiamo contrastato il superamento di Mare Nostrum, la scarsa concretezza del semestre europeo, l'ipotesi di bombardare i barconi e altre dichiarazioni belligeranti. Da anni insistiamo per ricordare che si tratta di un fenomeno planetario, che riguarda tre continenti, che non può essere affrontato senza la partecipazione della Ue, dell'Onu e quindi anche di tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Da tempo chiediamo che ci sia un maggiore coordinamento tra il livello nazionale e il livello locale per la gestione dell'accoglienza, per evitare di creare elementi e momenti di tensione, che possono esplodere e che contrappongono chi è in difficoltà in Italia con chi scappa dalla guerra e dalla disperazione.

Il punto di vista dell'opinione pubblica sembra essere cambiato: ma per evitare che il momento emotivo si rovesci, ci vogliono precise scelte politiche, molto diverse da quelle degli ultimi anni. Se ci saranno, le sosterremo e l'opposizione si farà carico (disinteressatamente: di questi tempi è il caso di precisarlo) di aiutare e sostenere le istituzioni. 

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