«Dei referendum di Civati nessuno parla, pochi sanno cosa siano, ma la gente incredibilmente li sta firmando, 150 mila firme finora (incredibilmente per quanto poco se ne parla)».

Così oggi Jacopo Iacoboni sulla Stampa.

Come sapete, quasi tutte le 'riforme' del governo attualmente in carica non sono mai state sottoposte al vaglio degli elettori quando si votò nel 2013. I posti si sono scambiati, la sinistra ha fatto qualcosa di sinistro, nel senso che ha promosso le idee che per anni aveva contestato. Non ultima questa idea sbagliata di togliere la tassa sulla casa a chi la può pagare. Come peraltro aveva fatto la destra, negli anni infausti del suo ultimo governo (che per la verità fu anche l'ultimo governo eletto dal popolo).

Per tutte queste ragioni, il referendum ha il valore di una verifica democratica rispetto a scelte discutibili, sulle quali gli elettori possono finalmente essere chiamati a decidere.

La raccolta cresce in queste ore e si moltiplicano (letteralmente) le occasioni per firmare. Da venerdì a domenica ci saranno banchetti dappertutto, in un numero crescente anche rispetto all'ultimo fine settimana. E poi ci saranno ancora dieci giorni per tentare la missione possibile.

Sulla scuola i dati sono ancora migliori, così come sulle trivelle, accompagnate da un quesito analogo (anzi, identico) su cui stanno lavorando le Regioni: ragione in più per firmare, anche per sostenere l'iniziativa istituzionale.

Ringrazio i pochi quotidiani che ne hanno parlato e chiedo ancora agli altri organi di informazione perché non ne abbiano ancora scritto una riga. Decine di migliaia di persone partecipano alla raccolta e sottoscrivono i quesiti. Senza tv e senza copertura mediatica se non quella che riusciamo a produrre direttamente.

Le migliori notizie vengono dal Sud, dalla Basilicata che ha già raggiunto l'obiettivo regionale e dalla Sicilia (che con la Sardegna si è mossa per tempo e con ottimi risultati). Nelle grandi città siamo partiti solo nei giorni scorsi e il risultato verrà anche da parte loro.

Ora tocca a voi, cioè a noi: diffondere la raccolta, contattare persone nei Comuni dove non siamo ancora riusciti ad arrivare con i banchetti, chiedere la cortesia istituzionale ai consiglieri comunali di mettersi a disposizione per l'autenticazione, diffondere il messaggio in ogni modo. Ricordo, tra l'altro, che si può firmare presso il municipio, come stanno facendo in molti. E che potete chiedere informazioni scrivendo a [email protected].

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