Lo avevo detto e scritto giorni fa.

Tutti sorpresi perché in Grecia votano (fa strano, soprattutto agli italiani), tutti sorpresi perché i greci si sono permessi di andare contro corrente, rispetto non solo ai memorandum, ma agli ultimi trent’anni di pensiero unico.

Un Oxi (che si pronuncia come quel medicinale) che può cambiare prospettiva all’Europa.

Può farlo, spinto dai giovani greci (che si sono espressi per il No a larghissima maggioranza): un dato che testimonia come il voto sia un voto di speranza e non di banale negazione, come è stato ripetuto troppo spesso in Europa in queste ore da una classe dirigente arrogante e presuntuosa.

Nessun particolare festeggiamento, nessuna tifoseria, perché al popolo greco dovrà rispondere l’Europa, dovranno entrare in campo forze di progresso che se ne sono state alla finestra, si dovranno trovare soluzioni più ambiziose e credibili e sostenibili per consentire alla Grecia di uscire dai guai e -nello stesso tempo – per rilanciare il progetto europeo.

Peggio ha fatto chi, come il premier, ha ridotto tutto a un derby tra euro e dracma (cit.), accreditando la tesi dei conservatori europei e di chi, d’altra parte, vuole abbandonare la moneta unica.

Varoufakis ha preferito (con classe e dignità istituzionale) non commentare la posizione del governo italiano, che invece ha commentato fino a ieri pesantemente sulle questioni greche, senza alcun rispetto né per il governo né per il popolo ellenico.

Agli uscisti dall’Euro, d’altra parte ha già risposto Tsipras. Con molta chiarezza. Se altrettanta chiarezza ci sarà da oggi in poi rispetto alle scelte europee sarà una buona nuova (e nuova perché nuova davvero) per tutti.

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