Il Corriere affida uno spazio fisso ad Aldo Grasso ogni domenica in prima pagina, come sapete.

In questo stesso spazio, nel corso degli ultimi tre mesi, ho ricevuto numerosi attacchi personali. Per come ero vestito (sul serio), perché Bersani stava diventando come me (!), infine ieri perché, secondo l’editorialista, starei dando il via a una sinistra frazionista e bla bla bla.

Colpisce sempre la disinformazione, che per un giornalista è un po’ un problema. Colpisce anche il tono sprezzante. Ma bisogna prendere le cose sportivamente: ci vuole passione e molta pazienza, anche. Del resto fa piacere avere una rubrica fissa che parla di te sul principale quotidiano nazionale. E in prima pagina!

Do solo il mio contributo, se posso: per prima cosa, non sono uscito dal Pd per uno strano calcolo o per frazionismo, ma per un atto di sincerità. Siccome non stavo votando più come il gruppo di cui facevo parte su questioni essenziali e avevo votato contro cose parecchio importanti, ho ritenuto di sospendere la mia adesione al percorso avviato due anni fa e rilanciato l’anno scorso, che mi aveva sempre visto molto critico. Altri proseguono come se nulla fosse. Per me era diventato impossibile. Come credo per molti elettori parecchio sorpresi per via del plateale travisamento delle promesse elettorali del 2013. Diciamo che cerco di rappresentare loro e molto di coloro (erano 400mila, ma non so come erano vestite, quindi forse non interessano) che alle primarie avevano votato per me e in molti casi, documentati, sono scappate fin dallo scorso anno.

In secondo luogo, non sto facendo proprio nulla di quanto scrive Grasso, che mi coinvolge in una strana riflessione, forse confondendo le persone di cui parla e abusando dell’argomento dell’uomo di paglia.

Ciò che sto facendo lo trovate all’indirizzo Possibile.com. E non lo sto facendo da solo, ma con forze vive e fresche. E competenti e documentate. 

Magari un giorno ne parliamo.

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