Sui giornali tutti dicono: non vorrete mica fare come con la legge truffa! Mettere la fiducia sulla legge elettorale e votarla a colpi di maggioranza ha un solo precedente (in realtà ne ha un altro, della stessa epoca, ma meno rilevante): la legge truffa!

Contro la deriva truffaldina sono tutti scatenati, ma il governo fa spallucce: truffa o non truffa arriveremo a Roma. Con l’Italicum. E magari la fiducia. Anche se, va ricordato, alla Camera si può votare la fiducia e poi votare contro il provvedimento. Sì, lo so, sarebbe una truffa. Ma a truffa, truffa e 1/2, no?

La cosa sorprendente è che tutti sembrano dimenticare perché la legge truffa si chiamava così.

E se si chiamava così è perché – come ci ricorda anche la voce di Wikipedia, evidentemente redatta da un esponente della minoranza del Pd – introduceva il premio di maggioranza.

Un premio di maggioranza che si aggiungeva a chi aveva ottenuto il 50% dei voti, quindi molto meno truffaldino (per rimanere in metafora) del Porcellum e dell’Italicum, che appartiene alla stessa famiglia. Nonno Acerbo, Mamma Truffa, Papà Porcello: ecco l’albero genealogico.

Per di più, nella legge truffa le forze si potevano coalizzare, mentre nell’Italicum ciò è escluso sia al primo che al secondo turno: si segnala che così la legge si allontana anche dalla legge dei sindaci presa a modello, dove coalizioni e apparentamenti sono possibili.

C’è, va detto, una sostanziale differenza con la Truffa del 1953: allora i presidenti del Senato si dimisero a ripetizione e si ribellarono addirittura i funzionari della Camera. Oggi invece scopriamo che l’inventore dei canguri (un po’ truffaldini pure loro) guiderà la macchina di Palazzo Chigi.

In ogni caso, tutta questa storia della truffa ci ricorda che questo sistema elettorale non è della stessa specie né dello stesso genere (qualcuno sospetta non sia nemmeno dello stesso regno…) del sistema maggioritario che fu la bandiera del centrosinistra prima del Porcellum.

Come già per il Senato che non è né tedesco né francese (forse italico), questo sistema si discosta dai sistemi elettorali europei più equilibrati e rappresentativi, quello tedesco e quello francese, appunto.

Quindi, non si diceva truffa per i nominati (che nell’Italicum ci sono in abbondanza) né per la ripartizione dei seggi (che per me è problema ancora più grave), si diceva truffa per il premio e per le sue conseguenze sugli elettori e sul Parlamento.

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