Leggo cose tipo: o votate, o si va a votare. O così, o niente. O votate bene, o siete sciolti.

La linea del Pd diventa ogni giorno più drammatica. Un po' perché torna il fantasma dei 101 (strano, non se ne doveva più parlare…), un po' perché ci si gioca il tutto e per tutto.

Non credo sia il caso di mettersi di traverso, anzi: mi pare, però, che questa legge non sia proprio un gioiellinum, anzi. Ed è legittimo che qualcuno si chieda se è il caso di migliorarla. Anche perché altrimenti oltre al Senato potremmo anche abolire la Camera (volete mettere il risparmio?).

Detto questo, non è solo una questione di toni e di rispetto delle istituzioni. No, è anche – e soprattutto – una questione politica.

Perché il dilemma potrebbe diventare per molti un consiglio: certo, se non si approva la legge, si torna a votare subito. Bisogna ammetterlo, è molto probabile. Vediamo però a chi gioverebbe.

Ai partiti minori, di sicuro. Quindi, alle opposizioni, tranne il M5s (su cui ritorno tra un attimo) e al Ncd.

Al M5s, che non è piccolo, converrebbe moltissimo. Anzi, lo ritiene auspicabile.

Ad alcuni esponenti del Pd, mortificati dal risultato congressuale, potrebbe non dispiacere un proporzionale secco con preferenza.

A Forza Italia, no, però, sapete com'è? Con il proporzionale non vince nessuno, quindi nemmeno il Pd.

Insomma, prima di porre, con scioltezza, il tema dello scioglimento, cercherei una strada più parlamentare. Perché dopo la Camera, c'è il Senato. Dove i numeri non sono proprio così a favore delle riforme.

P.S.: secondo Brunetta, si torna a votare subito anche se si approva la legge. Per dire.

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