Chi legge questo piccolo blog già lo sa, ma Roberto Perotti ci ricorda che la famosa abolizione del finanziamento pubblico ai partiti non è un'abolizione.

Credo sia importante che la classe politica chiami le cose con il loro nome, senza fare troppi annunci e troppa demagogia.

Come ricorderete, tutta questa storia prende le mosse a inizio legislatura, da un intervento di Walter Tocci nella direzione nazionale del dopo-voto e alla prima riunione dei gruppi di Camera e Senato, che si svolse al Teatro Capranica (pochi giorni prima che il Capranica diventasse il teatro dell'assurdo).

Diceva e scriveva Walter:

Contro le facili demagogie e le perdenti vaghezze c’è solo la terza via di proposte precise. Su questo ribadisco l’idea che ho lanciato nella riunione della direzione: mantenere il finanziamento, ma passando per una libera scelta del cittadino attraverso uno strumento del tipo 5xmille appositamente riservato allo scopo. Ho fatto una stima e per conservare il finanziamento attuale il Pd dovrebbe chiedere ai suoi elettori delle primarie un contributo pari al costo del biglietto di un autobus ogni mese. Sarebbe come andare ogni tanto ad una manifestazione. Ma soprattutto in questo modo si preparerebbe la strada a una riforma del partito. Tutti i giorni, non solo le domeniche dei gazebo, dovremmo cercare il sostegno del popolo delle primarie. Sarebbe il primo passo per costruire il grande partito popolare che il Pd non è ancora.

Tocci era chiarissimo: la sua proposta non aboliva, ma manteneva il finanziamento, modificandolo in profondità e chiedendo ai partiti di ripensarsi. La traccia di quella proposta è molto simile a quella che il governo ha lanciato e poi rilanciato altre due volte. Una proposta che è passata al vaglio della Camera (con il concorso di tutte le anime del Pd) e che è stata nuovamente presentata dal governo con un decreto qualche giorno fa.

Non si capisce (ma forse lo si capisce, eh) perché si continui a parlare di abolizione, quando si tratta piuttosto di una sua trasformazione. E non si capisce (ma forse si capisce anche questo) perché, parallelamente alla discussione sulle entrate, i partiti (a cominciare dal nostro) non avviino un forte ripensamento delle uscite. Credo sia venuto il momento di farlo, e non esiterò a proporlo nelle prime occasioni che si presenteranno nel 2014.

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