Ernesto Ruffini ha pubblicato qualche settimana fa il suo dialogo tra un evasore e un contribuente onesto. Un dialogo impossibile, che però non dovrebbe esserlo. Lo pubblica Ets.

Sono pagine che Ernesto riprende da un suo lavoro del 2011, quando ci ritrovammo a Bologna, sotto il tendone, in piazza.

Proposte che cambierebbero lo stato delle cose, dalla riduzione del contante (subito) alla centralizzazione delle fatture, a un meccanismo premiale e automatico per chi dichiara e si dichiara, con l’immediata restituzione del maltolto a favore dei contribuenti che contribuiscono davvero.

Il vero cuneo, il vero spread tra l’Italia e gli altri Paesi è rappresentato dal doppio tremendo di una tassazione altissima sul lavoro e la produzione e la più alta evasione fiscale d’Europa. E come ci ricordano quello dell’art. 53 ciò ha comportato progressivamente una riduzione della progressività dell’imposizione fiscale complessiva. In un’Italia che penalizza e mortifica chi rischia, chi si mette in gioco, a favore dei furbi di ogni tipo.

L’evasione spiegata a un evasore di Ruffini può servire a ricordarcelo. E a darci una mossa. Che sono passati anni. Invano.

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