Non so perché, ma mi sono fatto l’idea che domani non succederà nulla.

Perché a nessuno sembra convenire una rottura e tutti in qualche modo, in queste ore, sembrano volerla scongiurare.

Perché sono lontani i tempi del 2011 in cui tutti furono sollevati dalla ingombrante presenza di Berlusconi, e tutti ci spiegavano che con Monti sarebbe cambiato tutto (e che in quel momento sarebbe nato il Pd, come alcuni ci dicono anche oggi, usando la stessa espressione).

Rispetto a quell’autunno, le parole sono le stesse, ma Berlusconi non è affatto escluso, tutt’altro: è incluso nel pacchetto. E diventato un interlocutore credibile, di più: necessario. È indicato come architrave della responsabilità nazionale e sarebbe brutto vedere l’architrave condannato. Che per altro è stato condannato già, politicamente, ma che ci volete fare, è necessario far finta di niente, per il bene del Paese.

Letta che dice che si va avanti in ogni caso, i dirigenti di Pd e Pdl che invitano alla cautela, il Presidente della Repubblica che una settimana fa ha già spiegato molto bene come la pensa e come la vede.

Personalmente, non sono affatto d’accordo, ma si sa che la mia è una posizione minoritaria, tipo particella di sodio nell’acqua Lete (che azzera i ricordi, come ricorderete). Gli altri sono statisti, si sporcano le mani (dicono), si misurano con la governabilità.

Purtroppo io non ce la faccio, a dire il contrario di quello che penso, e a sporcare non le mani, ma le battaglie politiche di sempre.

Ma è un limite mio, gli altri sembrano non averne: e illimitatamente è l’avverbio dell’estate.

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