Popolino fa il punto della situazione sul Congresso, in un post memorabile:

Infatti, con tutto quello che è successo, questo è ciò di cui davvero si dovrebbe discutere nel prossimo congresso, e questo il prossimo segretario si dovrà impegnare a realizzare, altrimenti semplicemente non abbiamo un futuro, punto. Se voglio un congresso aperto, con le primarie? Certo, l’ho sempre voluto: ma voglio anche che non finisca lì, che poi succeda qualcosa, che questa gente benedetta che ancora viene a votare nei gazebo poi possa dire la sua se – hai visto mai, per assurdo – ci capita di finire al Governo con Berlusconi (per dire). Che magari sia invogliata a partecipare alla vita del partito e a usare gli strumenti che sono messi a disposizione, e persino a tesserarsi, perché trova nel Pd un luogo in cui è possibile esprimersi e contribuire attivamente al cambiamento delle cose. In cui sia possibile agire, anzi: che sia come una società per azioni. Perché agisce, e perché chi lo sostiene e chi ci si impegna sia come un azionista; in cui non governano patti di sindacato preoccupati solo di bloccare eventuali scalate esterne, ma manager a tempo che poi devono rendere conto dei loro risultati, a tutti; che non faccia scappare i piccoli azionisti, ma anzi, che li attiri e li valorizzi. Questo dev’essere, il resto sono chiacchiere.

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