Oggi pomeriggio i governisti festeggeranno: Alfano è salvo, il governo è salvo, la legislatura è salva.

Un senatore milanese ieri diceva che Civati aveva perso ancora. Ma, infatti, c’è da festeggiare, nella speranza che sulla vicenda in questione non ci siano altre indiscrezioni nei prossimi giorni. Pensate che capolavoro.

Nel frattempo, gli editorialisti di sinistra spiegano che Alfano si deve dimettere: mi chiedo se siano connessi, perché Alfano non si dimette e nessuno gli chiede di andarsene. Quelli che l’hanno chiesto, a un certo punto, hanno smesso.

Ora c’è da attendere il 30 luglio. E l’ultimo e più clamoroso dei rovesciamenti, è che ora tutti i governisti dovranno sperare che Berlusconi non sia condannato in via definitiva. Augurarsi, come già alcuni fanno, che sia prescritto (almeno un po’) e rinviato in Appello (almeno un po’).

E non per via del garantismo in cui anch’io mi riconosco, no. Per motivi politici, per via di quella responsabilità per cui la Cassazione non vorrà interrompere una così irresistibile azione di governo, che ha il pieno sostegno dei cittadini, giusto?

E perché, se così non fosse, potrebbe cadere il governo.

Poi in ogni caso ci sarà qualcuno che lo vorrà salvare. E già mi immagino la discussione che faremo. Uguale a tutte le altre. Non ci sono alternative. Non possiamo tornare al voto con il Porcellum. Il Paese è allo stremo.

La causa insomma che discetta dell’effetto. Niente male.

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