Ho chiesto un parere a Nunzia Penelope, che ha scritto un libro bellissimo e parecchio attuale che s’intitola Ricchi e poveri, di cui qui avevo già parlato, e mi ha risposto così:

Premessa: io credo che la politica debba avere un finanziamento pubblico, altrimenti si lascia mano libera alle lobby e si incentiva ulteriormente la corruzione. Ma mi rendo conto che sono tra i pochissimi a pensarla così. E del resto, lo slogan di Grillo “se togli i soldi alla politica, resta solo la passione”, funziona e fa presa. Piace anche a me.
Ma andiamo con ordine.

– L’idea del 4 o 5 per mille ai partiti era stata tentata già nel 1997 (senza indicare il nome di un preciso schieramento) ma si raccolsero pochi spiccioli. Oggi secondo me se ne raccoglierebbero ancora meno.

– Mi piace invece l’idea di rivolgersi direttamente ai propri elettori e chiedere loro un euro al mese: mi vengono in mente slogan tipo ”il viaggio verso un’Italia migliore costa meno di un bus” .

– Non credo però che lo strumento ideale per questo finanziamento sia la dichiarazione dei redditi: non solo per un problema di privacy, ma come la mettiamo, per esempio, con tutti quei giovani che non fanno dichiarazione? Si dovrebbe trovare un sistema piu’ semplice; via sms, o mail, o non so bene cosa, ma il modello dovrebbe essere quello degli acquisti su ITunes: semplicissimo e sicuro. Dopodiché, ogni cent incamerato e speso dovrebbe ovviamente essere rendicontato pubblicamente.

– Concordo completamente sulla proposta di restituire i fondi non spesi in campagna elettorale, mentre sul tema stipendi avrei alcune osservazioni da fare. Per esempio, il fatto che il partito prenda dai parlamentari la sua quota parte lo fa apparire ancora più vampiro e spendaccione di quanto già non sia nell’immaginario popolare. E del resto, perfino io sono rimasta scandalizzata quando un’amica mi ha raccontato di aver versato 30 mila euro al partito per ”pagarsi” la sua candidatura. Suona proprio malissimo, “tu mi paghi un tot, e io ti garantisco un super stipendio a vita” è la rappresentazione plastica di tutto ciò che fa più orrore ai cittadini.

– Poi, forse, sarebbe il caso di pubblicizzare seriamente la relazione del presidente Istat sulle retribuzioni politiche in Italia, passata del tutto sotto silenzio. Io l’ho rintracciata per caso su internet, e quello che emerge è molto chiaro: la politica, in Italia, non costa affatto più che altrove, è il furto sistematico quello che ci costa, e purtroppo tra i politici ci sono moltissimi ladri. Magari, se si iniziasse a dire cose così (e a usare i numeri veri) invece di farsi sempre dettare l’agenda da Grillo, sarebbe utile.

– Infine, mi piace moltissimo l’idea di realizzare una seria piattaforma internet per comunicare con il paese. Io sono iscritta alla mail list di Obama, e le mail che ho ricevuto costantemente nei due anni di campagna presidenziale sono da studiare come modello di grande comunicazione politica. Mettere insieme la tecnologia che potrebbe fornire un Renato Soru, con gente che sappia come si parla attraverso internet (al momento, purtroppo, il Pd sta all’anno zero) farebbe un bel botto.

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