Qualcuno mi rincorre sul web, per chiedermi: ti sei dimenticato che non vedevi di buon occhio l’alleanza con l’Udc?

Certo che sono ancora preoccupato per l’alleanza con l’Udc.

Ho sempre detto, anche in quell’intervista che ebbe qualche risalto, che sarebbe stato sbagliato abbandonare Sel e Idv per costruire un’alleanza con Casini, e che probabilmente molti elettori sarebbero scappati. E lo penso ancora.

Non a caso, sul punto, abbiamo proposto a luglio alcuni quesiti referendari, che trovate qui, a cui purtroppo, tra i candidati, ha risposto il solo Bersani. E soltanto negli ultimi giorni. Agli altri, evidentemente, le questioni poste non interessavano granché.

Lo diciamo per altro da due anni, fin dalla direzione del gennaio 2011, forse la più importante degli ultimi anni, in cui si pose il problema delle alleanze. E ricordo un’intervista di Andrea Orlando, alla Stampa, in cui Andrea commentò: l’unico a non essere d’accordo con la grande alleanza è Civati.

Continuo a crederlo ora e lo ribadirò nelle prossime settimane.

Quindi, la mia personale critica a Bersani e al Pd sul punto rimane la stessa.

Devo però notare che non ho mai sentito parole altrettanto chiare, in questi due anni (perché è da due anni che se ne parla), né da parte dei sostenitori di Renzi, né da Renzi stesso. E lo dico con dispiacere.

Anzi, per Renzi, fino a qualche giorno fa, il tema era un tema di secondaria importanza, banalizzato, spesso lasciato a Bersani, come a dire: di queste cose non mi occupo io, ma il segretario.

Perché prima di questa dichiarazione stentorea, ne sono arrivate altre.

Per esempio, quella in cui Renzi sosteneva di non volere l’alleanza con Casini, ma nemmeno quella con Vendola (anche nella versione strong). Dichiarazione un po’ incredibile, poi smentita, anche perché Renzi e Vendola stavano correndo per le stesse primarie.

Qualche giorno dopo, Renzi diceva che Casini doveva decidere da che parte stare.

Un mese prima, banalizzava l’argomento: delle alleanze e degli equilibri si occupa Bersani. Anzi, su certe cose «non si apre bocca», spiegava in un’altra dichiarazione.

Ancora il 15 novembre, dichiarava di non avere niente contro Casini, ma (giustamente) che l’importante è che le alleanze si dichiarassero prima del voto.

Due giorni prima, a Porta a porta, diceva addirittura che con lui, una volta vinte le primarie, ci potevano stare sia Vendola, sia Casini: qui il lancio di agenzia. «Porte aperte a Casini e a Vendola», il titolo.

Oltretutto, pare difficile immaginare che Renzi – che ora rifiuta l’Udc – sia nelle condizioni di garantire l’alleanza con altre forze politiche, che ha rifiutato in passato (a cominciare dalle forze di Vasto, per capirci, di cui ha sempre fatto sonore caricature). Quindi non so se il gioco che propone valga la candela: lo deciderà, in parte, il voto degli elettori domenica, in parte l’evolversi del dibattito tra i partiti del centrosinistra, in vista della famosa non riforma della legge elettorale.

Quindi, se c’è e rimane una critica a Bersani, c’è una preoccupazione nei confronti di chi si è schierato dichiaratamente contro un’alleanza con l’Udc soltanto negli ultimi quindici giorni: e che non ne ha mai voluto discutere prima, né sui giornali, né in direzione o in assemblea nazionale (e vi assicuro che non era facilissimo, sentirsi così soli, sull’argomento). E tra coloro che dichiarano il voto a Renzi, in queste ore, ci sono molti che allora mi attaccarono, per le dichiarazioni di luglio sopra richiamate.

Capisco perfettamente che per recuperare un po’ di voti di Sel, sia un argomento forte e molto efficace, ma a volte mi sembra che qualcuno confidi su una generosità che a volte è il primo a non dimostrare, politicamente parlando.

P.S.: secondo me, il centrosinistra che esce da queste primarie può permettersi di vincere le elezioni politiche senza fare pasticci. Valutando la richiesta dell’Idv (che intende rientrare in coalizione, come qualcuno aveva previsto), e irrobustendo il patto di governo che si è finalmente iniziato a costruire. Casini andrà da un’altra parte, a quel punto, verso il suo luogo naturale: il centrodestra.

P.S./2: lo stesso discorso varrebbe per l’«agenda Monti», di cui da luglio a settembre Renzi si dichiarava entusiasta. Ora molto meno. Che è un bene, per quanto mi riguarda. Ma anche su questo forse varrebbe la pena di fare una valutazione complessiva. Perché l’agenda, l’anno prossimo, dovremmo farla noi.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti