Le elezioni in Lombardia sono un po’ come le primarie lanciate (fino ad un certo punto) dal segretario del Pd: tutti ne parlano ma nessuno ne sa indicare né il giorno né il mese né, forse, l’anno.

La Lega dà il penultimatum a Formigoni, sulla base di un’argomentazione di grande spessore: Formigoni può rimanere fino a una data da definirsi in un secondo tempo, a patto che diventi più lombardo e meno romano.

Nel frattempo Maroni si fa avanti: Tosi lo candida esplicitamente e lui spiega che lo scambio con il Pdl consisterebbe in una clamorosa (si da per dire) desistenza della Lega a livello nazionale e nella sostituzione di Formigoni con un leghista. Cioè, se stesso.

Insomma, i sempreverdipadani che rischiano l’estinzione e si giocano il tutto per tutto. E un presidente all’ultima spiaggia che si fa umiliare ogni giorno di più.

Bella storia, vero?

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