Questa notte mi è apparso in sogno Popolino e così mi si è rivolto:

Lunedì si terrà la prima direzione nazionale da ottobre. Nel frattempo, è caduto Berlusconi, l’italia ha rischiato di fallire, poi è arrivato Monti, lo spread è sceso, c’è stata una riforma delle pensioni micidiale, poi le liberalizzazioni anzi no, ora la riforma del mercato del lavoro. Insomma, forse era il caso di convocarla prima.

Anche perché se cercate nel sito dedicato al programma del Pd, quello che contiene tutti ma proprio tutti i documenti ufficialmente approvati dal partito, la parola “pensioni” non c’è mai, per dire. Eppure abbiamo votato una riforma molto impegnativa. Per non parlare di quello che fu approvato a Genova a proposito delle nostre idee sul mercato del lavoro…

Detto questo, chissà cosa succederà lunedì: tutti scommettevano che questa riforma avrebbe spaccato il Pd, da una parte i moderati e dall’altra i socialdemocratici, per dire la modernità del dibattito. E invece pare che forse no, pare che forse la sola idea di questa riforma abbia talmente spaventato tutte le correnti che darà loro un motivo per ricompattarsi. Un altro miracolo di Monti, insomma.

Comunque, segnalo che tra un anno la legislatura finisce, e che una volta a settimana Mentana fornisce sondaggi che ci danno, a seconda dei casi: in coalizione tradizionale, con Sel, Idv o con Terzo Polo e Pdl. Forse bisognerebbe far chiarezza.
Ricordo pure che un paio di mesi fa siamo andati in assemblea nazionale e abbiamo presentato una proposta per regolamentare le primarie, quelle per scegliere i parlamentari, frutto di un lungo lavoro decisamente plurale.

L’abbiamo presentata perché non si potesse poi dire che non c’era più tempo. Bersani si è preso un impegno personale, ma Rosy Bindi ci ha spiegato che la priorità è cambiare la legge elettorale, e solo in subordine discutere di eventuali primarie: la principale e la subordinata, così le ha chiamate, spiegando che non è saggio invertirle. Poi è successo che, dopo aver letto la proposta di legge elettorale emersa dal confronto con Terzo Polo e Pdl in cui metà parlamentari rimangono sotto Porcellum (e altre amenità), ha spiegato che la principale non è più la legge elettorale, che diventa subordinata rispetto alla riforma costituzionale. E così via, subordinando.

In sintesi: alla semestrale del Pd non succederà nulla. Anzi, anche nulla è troppo netta, come posizione: diciamo quasi.

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