Festa del Perdono

Non potevo (e non solo per motivi di mera curiosità) non visitare la festa organizzata questa sera dagli studenti della Statale che hanno occupato l’ateneo di Festa del Perdono. C’erano le persone che ti aspetti di trovare in queste occasioni: il tifoso milanista reduce da San Siro che ti racconta della sua ‘tesina’ su Montaigne; il suo amico preoccupato della presenza della sorella carina più che degli autori del Cinquecento francese; il ragazzo che organizza l’occupazione che ti spiega orgoglioso il lavoro di questi giorni, precisando che quella di stasera è una festa, ma che durante il giorno si discute e ci si informa seriamente. L’impressione è che si tratti di una protesta sacrosanta nelle motivazioni programmatiche e gestita senza eccessi nelle modalità. Intristisce che la stampa di Sinistra oggi abbia salutato questa mobilitazione con il complesso di superiorità di chi ha fatto il ’68 e il ’77. I ragazzi della Statale, nel ’77 non erano ancora nati: lasciamoli alle loro speranze e alla loro spensieratezza, fatta anche di impegno e di attenzione per un bene pubblico, l’università, che vorrebbero – come noi – diversa da quella che ha in mente il ministro Moratti. E che questa protesta abbia un seguito tra gli studenti, tra le loro famiglie e nella società. Prima che sia troppo tardi.

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