La Lega, quando solo qualche mese fa in aula si arrivò a discutere del caso Penati, attaccò in modo molto violento tutto il Pd, a tutti i livelli, con una lunga requisitoria a più voci, particolarmente aggressiva, nei toni soprattutto, tanto che sembrava di essere tornati alla Lega delle origini, quella del cappio, per capirci.

Oggi la Lega si ritrova in una situazione analoga, ma le parti si sono rovesciate, perché sotto inchiesta è finito l’esponente leghista più noto della delegazione regionale (dopo il Trota, ovviamente), e le accuse sono gravi, e anche in questo caso si parla di cifre consistenti (e i magistrati hanno inviato parte della documentazione alla Procura di Monza, che sta indagando sul caso Penati).

Non preoccupatevi, però: noi non faremo come loro. Chiederemo chiarezza, non faremo sconti e insisteremo con la richiesta di dimissioni (che non si limita a riguardare quell’esponente, ma tutta la classe politica regionale), ma cercheremo di rispettare il disagio che stanno certamente vivendo gli elettori della Lega, simile al nostro di allora. E di inquadrare un problema che in Lombardia supera le parti politiche e invita tutti a una riflessione più profonda, che non si può fermare al proprio tornaconto elettorale.

Qualcuno, per favore, lo spieghi a Formigoni.

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