Che, se ci pensate, è il miglior soprannome dell'Italia, di questi tempi. Ed è anche il luogo comune di un vero e proprio genere letterario (e sociologico e politico) che qualcuno, tempo fa, ha voluto anticipare, segnalando l'importanza dell'argomento e la necessità di affrontarlo con gli strumenti culturali adeguati. E le parole per dirlo. Senza lasciare ad altri la questione degli 'altri'.

Nella Regione straniera, «nel Paese di Terraferma», siamo «perduti e spaesati», scrive Diamanti, e lo siamo da tempo. Per questa generazione politica, lo siamo da sempre.

Raccontare la realtà delle cose, descriverne le proporzione, osservarne gli sviluppi è una delle questioni politiche (e, a loro modo, morali) che l'Italia non può continuare a sottovalutare. A partire dai numeri e dalle parole, necessarie a raccontarci e a superare la paura e l'angoscia, verso un Paese migliore anche perché consapevolmente 'diverso'.

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