Leggete qui, a proposito di qualità della spesa.

Uno dei primi atti del ministro dell'Economia Giulio Tremonti al momento dell'insediamento, a fine 2001, fu quello di sciogliere la commissione tecnica sulla spesa pubblica. E nel 2008, di nuovo al momento dell'insediamento, uno dei primi atti fu quello di sciogliere un'analoga commissione voluta dal suo predecessore Tommaso Padoa-Schioppa.

La ratio di quelle commissioni era semplice: per deliberare bisogna conoscere, e per deliberare i tagli di spesa bisogna indagarne i meccanismi minuti, smontare le viti e i bulloni che inchiavardano i voraci meccanismi delle elargizioni, individuare gli sprechi con nomi e cognomi, fare, insomma, il contrario di quei "tagli lineari" che fanno la fine delle grida manzoniane e inaugurare invece la stagione dei "tagli non lineari".

Non c'è da stupirsi, quindi, se il recente "ravvedimento operoso" del ministro dell'Economia lo ha meritoriamente portato a resuscitare, sotto la forma di un Gruppo di lavoro, i lavori di analisi della spesa, sotto la guida del miglior esperto di viti e bulloni della spesa pubblica che ci sia in Italia, il professor Piero Giarda. Il rapporto che Giarda ha consegnato al ministro deve ancora essere arricchito dei contributi delle parti sociali presenti nel Gruppo di lavoro, ma già adesso si può dire che l'analisi, sapiente e dettagliata, anche se non contiene proposte specifiche (non era questo il suo compito) individua le linee di azione per contenere quella spesa pubblica che oscilla ormai al di sopra della metà del Pil.

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