«Aperitivo in Piazza con i Direttori, i Primari e i dipendenti dell'Ospedale di Cremona. Un occasione fuori dal normale per incontrare e conoscere il desiderio e il bisogno che muove la realtà ospedaliera a tutti i suoi livelli».

I primari cremonesi sono invitati a partecipare dalla direzione strategica della propria Azienda Ospedaliera ("Istituti Ospitalieri" di Cremona) all'appuntamento promosso nell'ambito di Happening, promosso da Comunione e Liberazione.

Ecco il comunicato del Pd di Cremona, a firma del segretario Titta Magnoli:

Poveri primari, una vita in trincea, a curare i malati in condizioni difficili dopo anni di studi e specializzazioni alle spalle. 

Come premio, il loro Ospedale, istituzione che dovrebbe essere laica in tutti i sensi, li invita caldamente a partecipare, con lettera protocollata della direzione strategica, all'Happening 2011, manifestazione chiaramente targata Cl, la fraternità a cui appartiene il presidente della Regione Roberto Formigoni e che ha il controllo delle nomine dei direttori generali degli ospedali lombardi da almeno tre lustri. Una cosa che ha un solo precedente, al Meeting di Rimini. 


Premesso che ogni cittadino deve poter andare liberamente dove vuole, è incredibile che la struttura pubblica di un ospedale inviti, su documento protocollato, dei suoi dipendenti, a partecipare a una festa di un movimento chiaramente di parte. Con che imbarazzo si sentiranno liberi di andare o non andare? Questo peserà sulla valutazione che l'ospedale fa di loro? È una prova di fedeltà? L'episodio è vergognoso, e ci spinge ad un invito chiaro. Lasciate lavorare i medici in pace, che ne hanno bisogno. 
 
La politica, esercitata in questo modo oppressivo, esca dalle istituzioni.

P.S.: nel manifesto dell'iniziativa, tra l'altro, si legge:

«Dai recenti dati forniti dal Censis, nell’ultimo decennio 2000-2010, l’Italia avrebbe perso circa 2 milioni di giovani, di età compresa tra i 15 e i 34 anni, rimpiazzati, in compenso, dall’aumento in pari numero degli over 65. A generare la perdita è stato un vero crollo delle nascite tra il 1975 ed il 1995, frutto di quel pensiero debole, individualista e nichilista che, tra l’altro, ha favorito l’ingresso nel nostro paese delle leggi sul divorzio e della legalizzazione dell’aborto». 

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