Leggo sui giornali un miliardo di dichiarazioni che confermano che una parte consistente del Pd vuole mollare Idv e Vendola per un'alleanza secca e tutta politica (non costituzionale, per capirci) con Casini e Fini, i due che in Italia vogliono fare la destra dopo B.

Ora, va bene avere paura delle elezioni, ma certi eccessi vanno subito portati alle estreme conseguenze: per coerenza bisognerebbe mollare tutte le amministrazioni nelle quali governiamo con Idv e Vendola. Cioè quasi tutte. E sperare che Vendola e Di Pietro non prendano il trenta per cento.

Barbara mi scrive: «Per pietà, se il Pd va avanti con questa follia di allearsi con Fini e Casini fate la secessione e alleatevi con Idv e Sel!!!». Come lei, decine di messaggi ci chiedono la stessa cosa.

Pare che la maggioranza che sostiene il segretario nazionale, finora convinta di poter costituire un governo tecnico, ora sarebbe invece convinta delle elezioni e opterebbe per un'alleanza larga, che tenga insieme tutti: Di Pietro e Vendola ma anche Casini e Fini. Ipotesi curiosa, difficile da sostenere anche solo razionalmente, che non prende in considerazione la soluzione più semplice: che il Pd provi a vincere le elezioni, confidando nel fatto che siano B&B e il Terzo polo a dividersi il voto di destra.

Siamo passati in pochi mesi dalla «vocazione maggioritaria» a un «piccolo Pd» del 25 per cento (qualcuno dice ancora meno). Gli stessi sostenitori del Pd maggioritario (convinti che il Pd avrebbe potuto fare il 50%+1 da solo), ora chiedono di cambiare alleanza e di spostare il fuoco da sinistra a destra, nemmeno più al centro. In ogni caso, non importa più la proposta del Pd, ma solo l'alleanza che il Pd farà. Perché è del tutto evidente che andare con Idv e Sel oppure con Udc e Fli cambia parecchio anche la nostra proposta. Anzi, la annichilisce (come già capitato in passato) perché la riduce proprio a quell'anti-berlusconismo che Bersani aveva promesso di voler superare. Per il resto, che cosa potremo fare, una volta giunti con quell'alleanza al governo?

Mi chiedo se ci rendiamo conto di quello che potrebbe accadere. E del fatto che il Pd ogni mese nelle intenzioni di voto perda un punto percentuale, a favore di Sel e di Fli (secondo gli ultimi sondaggi). E che gli elettori del Pd, per dirla con un'espressione popolare, non ci capiscano più un accidenti. Poi dopo non drammatizziamo i risultati di Milano, perché i problemi più grandi li abbiamo a Roma. Come sempre.

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