i> Liveblogging da Busto Arsizio, assemblea nazionale del Pd. Tra parentesi quadre le mie personalissime osservazioni.
19.09. Finocchiaro dice che troveremo la leadership dopo l'alleanza con l'Italia. Con questa passo e chiudo. Vi dico solo che la raccolta di firme per i tre mandati e per le primarie per i parlamentari sta andando molto bene.
19.05. «Noi difendiamo la Costituzione, perché proprio per la fase difficile che il Paese attraversa, o recuperiamo il 'patto' costituzionale, o non andiamo da nessuna parte». «Noi non siamo conservatori, ma il fatto che B non sia innovatore, non ci assolve dalle nostre timidezze». «Non possiamo solo coniugare il verbo difendere». Anche Finocchiaro gagliarda. Auguri a Susanna Camusso, segretaria Cgil. «Non dobbiamo farci coraggio, il coraggio lo dobbiamo avere, altrimenti si vede». «Rischiamo di essere sconfitti da noi stessi, se non sapremo farlo». Le alleanze? «I conti non tornano se continuiamo a ingegnarci sulle addizioni, ma quando ci sapremo alleare con l'Italia».
19.03. Mi si sta scaricando la batteria del computer.
19.00. Finocchiaro riprende Veltroni. Vuole andare oltre. Anche lei. «Identità del Pd appannata e incerta?», si chiede Finocchiaro. «Senso comune in gran parte del Paese», purtroppo. «Dobbiamo fare i conti, con questo, fino in fondo». «Rompere molte timidezze nostre», come dice Veltroni. Passaggio sulle donne molto radicale, ma sacrosanto. «Molte ministre del governo Berlusconi si stanno dimostrando molto migliori di quello che il presidente pensava» [boh].
18.45. Scalfarotto presenta «Assemblea 2.0». Il progetto per far partecipare i membri dell'assemblea nazionale.
18.40. Veltroni parla di «rivoluzione». Di futuro. Di sapere. Di demografia che cambia. Valutazione e merito, anche. Parole che devono far parte del nostro linguaggio. Rivoluzione ecologica. E democratica. Meno burocrazia e più soluzioni. «Una speranza razionale». «Solo noi possiamo farlo, non sarà Beppe Grillo o un'edizione rinnovata della destra».
18.35. Veltroni inizia. Applaudono in 75. Scherzo.
18.00. Pausa: vado a raccogliere le firme per il ricambio.
17.57. «La politica è lo specchio del Paese, ma non è il ministro che si fa imboccare in piazza e il presidente che bestemmia». «L'Italia passata, devono andare in pensione». Rimbocchiamoci le maniche. Quasi un minuto di applausi.
17.55. Mancano le cifre, del federalismo. Continui rinvii: è «il federalismo di Bonaiuti, della comunicazione». «Li metteremo all'angolo sul federalismo».
17.50. «Siamo a Varese» e questa cosa «alla Lega dà noia». La Lega ha salvato le cricche [ma non era un interlocutore del Pd, la Lega, come Letta spiegò sul Garda, quest'estate?]. Quote latte, anche, per un centinaio di amici loro (139), contro i 40.000 che la legge la rispettano. I Comuni! 140 milioni del dissesto di Catania. Dove sono finite le ronde padane? Maroni che difende la legalità…
17.45. Integrazione: «alziamo lo sguardo». In sostanza, occupiamoci di migrazioni, per evitare che migrino i voti. Giusto. Non «pochi diritti e pochi controlli», ma «valutazione e integrazione». «Abbiamo bisogno di immigrati», anche nel Nord Est. Il Pd è «il partito della convivenza», perché «è il tema del futuro».
17.42. «Perché è tutto fermo», cantieri, pendolari, tutto bloccato. Nemmeno la banda larga, nemmeno sperimentale. Neanche in Brianza, dove doveva partire.
17.37. Letta parla di dispersione scolastica e, per dirla tutta, si è un po' disperso anche lui. Interessante la parte sulle proposte, annunciate, di cui parleremo stasera.
17.36. Una donna a Palazzo Chigi, magari. Papa straniero e donna, pure?
17.33. Noi non ci rivolgiamo agli anziani, ma come ai tempi del boom, ci si deve rivolgere ai trentenni. Viva i trentenni. I trentenni di oggi, non per colpa loro, non fanno figli [che non è vero, perché ci sarebbero gli stranieri], che non se ne vanno dai loro genitori. «I ragazzi italiani escano di casa a 25 anni, in condizione di farlo»: quando governeremo noi, dobbiamo farlo. Anche le donne, che quando c'è la cooptazione sono tagliate fuori.
17.32. Bondi si dimetta pure, tra l'altro.
17.31. Ecco le parole d'ordine: «Crescita fatta di lavoro» più «I nuovi bisogni» più «I saperi al centro».
17.30. «Il virus dello scetticismo al nostro interno» va superato. «Siamo percepiti come il partito della conservazione» [chissà come mai], «noi siamo il cambiamento».
17.26. «Pensiamo di essere a Calatafimi»: come allora, parafrasando, «o si batte Berlusconi, o si muore» [ve l'avevo detto che le cause naturali avevano una parte decisiva].
17.24. «Anch'io sono stato tra quelli che hanno chiuso la stagione del berlusconismo», potremo dire ai nostri nipoti [forse è il momento che siano i nostri nipoti a provarci, tipo, a meno di non sperare in cause naturali].
17.22. Citazione de Il piccolo principe [immancabile]. «Il berlusconismo di sinistra» non va bene, rafforza il berlusconismo quello vero. «Non un condottiero, ma risposte concrete, sogni che diventano realtà, e coerenza».
17.20. «Infine: 30 mesi dopo, la maggioranza degli italiani non vuole più Berlusconi a Palazzo Chigi» [adesso è d'accordo con Bindi].
17.18. «Primo segno positivo: Giorgio Napolitano». «Secondo segno positivo: quell'euro, per cui ci vorrebbe il Nobel a Ciampi e Prodi». «Terzo: un'Italia che reagisce». Ricordo di Angelo Vassallo. In piedi. Applausi. Lunghi e doverosi.
17.17. «C'è la nuova Maastricht, che dice che il debito conta quanto il deficit» e ci vuole una manovra, ogni anno, di cinque punti di Pil, che metterebbe in ginocchio il Paese. Berlusconi non ne parla di questo.
17.16. «Noi abbiamo preso l'Albania e l'Uganda», cose europee che abbiamo mancato.
17.15. Berlusconi superpotente dal punto di vista economico. E mediatico. «La prossima legislatura facciamo il conflitto d'interessi!» [la prossima, sul serio: secondo me non si rendono conto].
17.14. «Il Presidente del Consiglio non vuole bene al suo Paese».
17.14. «L'Italia del fango totale, dello sputtanamento totale», è un Letta di Lotta.
17.13. «Berlusconi non è mai stato così potente come oggi». Dice Letta [che forse non ha ascoltato quello che ha detto Rosy Bindi]. «Sarebbe un errore clamoroso da parte nostra».
17.12. Letta si rimbocca le maniche «di più», fino alla spalla. Questa non è tra parentesi quadre.
17.09. Video del rimboccamento delle maniche. 30 secondi. Terribile. «La verità è una scelta». Ligabue, la colonna sonora.
17.08. Due minuti di applauso a Rosy Bindi.
17.07. «Siamo le persone giuste» per vincere «la sfiducia e il disincanto di molte persone», ovvero «il frutto più amaro di questi quindici anni» [nessuna autocritica ovviamente da parte di chi in questi quindici anni è stato protagonista]. «Dobbiamo cambiare noi stessi», no ad atteggiamenti conservativi di «un ceto politico abbarbicato» [cavoli].
17.03. Un Pd «fratello maggiore», «senza fianchi scoperti» di «una maggioranza che batta la destra», che riesca a battere Berlusconi. «Riunire il campo delle opposizioni, che si ferma comunque all'omogeneità programmatica. Altre forze politiche possono condividere questo percorso di governo». C'è «l'alleanza per la democrazia e la Costituzione», certo. Bipolarismo al sicuro, in ogni caso, dice Bindi. «C'è una chiarezza, che abbiamo costruito insieme».
17.00. «Adesso sono loro che hanno paura delle elezioni?» Di Pietro e Casini vogliono il governo di transizione [e questo non è vero, perché le posizioni sono molto diverse]. «Si è aggiunto anche Fini» [qui Bindi dice cose non vere: il Pd ha fatto un sacco di pasticci con l'ipotesi del governo di transizione, e con Fini l'alleanza l'ha proposta lei, sui giornali].
16.58. «Il papa non è mai straniero, la chiesa è universale». «Nessuno è straniero», per il Pd. Negli Atti degli Apostoli c'è scritto che le scelte nella Chiesa si fanno, noi e lo Spirito Santo. «Il papa lo sceglieremo noi» [lo Spirito Santo scenderà in un secondo momento]. E abbiamo il segretario. Anche a Milano «sta cambiando l'aria».
16.56. «Non mi è piaciuto Nichi Vendola. Non siamo alla fiera della vanità, ma nel pieno di un difficile momento politico». Vendola dice che siamo «Anime morte»: è un «segno di pigrizia intellettuale». Si rilegga Gogol. E vi troverà il Cavaliere. Ma noi non siamo così. No. Giuro.
16.54. «Donne umiliate».
16.53. Anche nella Chiesa qualcosa sta cambiando [praticamente sta cambiando tutto, aspettiamo che cambino i sondaggi].
16.52. Solidarietà a Emma Marcegaglia.
16.51. «I sondaggi non sono ancora capaci di capire il cambiamento, non ne abbiamo bisogno» [anche questa].
16.50. Berlusconi è minoranza nella vita del Paese [questa mi sembra un po' forte].
16.48. Bindi tra Miliband e Berselli. Fico. Siamo oltre la crisi della sinistra europea, noi del Pd. Siamo più avanti.
16.47. Qui fa un caldo esagerato, per dire.
16.46. Tocca a noi, insomma. «L'aria sta cambiando, sta crescendo una domanda di giustizia, di solidarietà, di pulizia, di protezione sociale, di compagnia».
16.45. «Noi dobbiamo fare una forte opposizione, perché il governo cada davvero». «Davvero alternativi», dobbiamo essere. «Tocca a noi, che conosciamo il valore e la complessità della politica». Attacco indiretto a chi nel centrosinistra fa demagogia.
16.44. Il Paese «è umiliato» e «soffre». Noi «guardiamo alla nuova generazione, bruciata nella scelta della precarietà voluta e praticata». «L'Italia è lontana dalla scena internazionale».
16.42. «Vogliamo competere al Nord», questo è il messaggio. «Tocca a noi, perché siamo il partito della nazione, il partito dell'Italia». Da Varese a Napoli, noi ci siamo.
16.40. La mafia c'è anche a Varese e in Brianza: la Lega cosa dice? Bindi attacca ancora.
16.38. «Perché la Lega difende Cosentino e lo scudo fiscale?», si chiede ancora Bindi.
16.36. «La Lega non faccia la furba, non pensi di tirarsi fuori dalle responsabilità». «Al governo da anni, finge di essere forza di opposizione». «Continua a parlare male della Prima Repubblica, ma forse non si rende conto che sta sostenendo il governo più craxiano della storia repubblicana». Ha detto «craxiano», bene.
16.35. «La maggioranza non c'è più». I «cinque punti sono gusci vuoti» per tenere insieme la maggioranza.
16.31. Bindi spiega che Bersani parla alla fine. La linea la darà il vice, Enrico Letta.
16.30. Inizia l'assemblea. Inno. Nobel. Rosy Bindi.
14.30. All'arrivo, mi perquisiscono lo zaino. Contiene un ordine del giorno palesemente coerente con lo Statuto del partito.

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