orrei ringraziare: Marta e Valeria che mi hanno accompagnato da Talamone a Marsala. Fausto, che ha fatto il primo pezzo. E tante altre cose. Ilda, Diego, Francesco e Samuele a Torino. Giorgio e Mauro a Alessandria. Dario e Mario a Bergamo. Elisabetta e Antonio a Mantova. Poi Nico e Stefano a Reggio Emilia. Marco e Samuele e tutti gli altri pisani. E Donatella. Patrizia che mi ha ospitato a Ferragosto, con Anna Paola e Giulia. E Sandro, che ci ha raggiunto a Fondi, dove abbiamo trovato Rita, Bruno e Marco. E Giuseppe e la sua ‘compagnia’. E Forlenzo con la chitarra. I due amici di Gaeta, tra loro e con noi, Eliano e Paolo. Sergio, l’infermiere che ci ha dato soccorso a Teano. Gabriele a Eboli. Giuseppe di Roma-Bari (come la Laterza) e Giuseppe di Bari e basta. Floriana. Raffaella, che è una donna straordinaria. E Miriam, perché esiste, e Alessandro da Limbiate e Giuseppe da Triuggio perché ci sono. Angela da Matera e la sua ospitalità, Gian Claudio e un altro Giuseppe da Putignano. Cosimo. E, ancora, Rosa da Potenza e Teresa che viene da Crotone, ma vive a Vercelli. E Marco e Claudia, sullo Stretto e a Gerenzano, Varese. E, da Varese, Andrea, arrivato per le tappe siciliane. E Giovanna, Leonardo, Paolo e i democratici di Gioiosa. Pietro e, infine, Peppe, che è arrivato per le ‘conclusioni’, e ci ha regalato Mozia (in senso figurato, perché qui le isole qualcuno se le compra per davvero). Senza di loro, Ippolito si sarebbe perso. E non avrebbe capito. E non sarebbe tornato.

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