eri il «caminetto» ha aperto alla Lega e Bossi oggi ha risposto che non se ne parla, di larghe intese. I numeri, dopo un'analisi minima, non sembrano ancora portare B a cadere. Inoltre, Fini non è uscito dal governo con i suoi, né prepara uscite dalla maggioranza, a quanto pare. Per cui la maggioranza, a oggi, c'è. E non ce n'è un'altra, nonostante gli esploratori di ieri e di oggi.
Preciso una volta per tutte che non ho mai detto: «al voto, al voto!». Forse si confondono le mie osservazioni con quelle di Di Pietro (che oggi Scalfari accomuna a Vendola, usando il primo contro il secondo e facendo un pessimo servizio alla comprensione delle cose). Faccio notare en passant che tutti quelli del centrosinistra che non sono nel Pd si augurano in realtà che il Pd faccia il governissimo per recuperare un sacco di voti che dal Pd uscirebbero. Così, per chiarezza.
Gli strateghi hanno dimostrato in passato di saperla lunga e non mi permetto di introdurre una mia personale posizione. Dico solo di dirsi pronti anche al voto (per una forza di opposizione dovrebbe essere il minimo) e di attendere quello che succederà prima di vendere soluzioni che non ci possiamo permettere.
So che è dura da accettare per qualcuno, ma se B, con Bossi, vuole andare a votare, alle condizioni attuali, si va a votare. I numeri allo stato dell'arte dicono così. E se Fini ha pensato di logorare B, B può pensare di strappare definitivamente. Agli esperti della politique politicienne tutto questo dovrà sembrare fin scontato, no?
Aggiungo solo una riflessione e una considerazione.
La riflessione: se è vero che il governo delle largheinteseammessochesifacciano durerà solo qualche mese, per votare con una nuova legge elettorale (tra l'altro: quale? Con quale proposta il Pd andrà a discuterne? Con chi?), non è che B ce lo ritroviamo più forte, capace di rilanciare la sfida, proprio perché detronizzato dalla politica brutta e cattiva? B partì dall'opposizione anche nel 2006, pur avendo governato cinque anni filati. A leggere quello che va dicendo, temo che le cose per lui stiano già così. E consiglio a tutti di non dimenticare i passaggi precedenti, anche quando si tratta di elogiare Fini, su cui tornerò in cauda.
La considerazione: non è meglio prepararsi a tutte le alternative, offrendo un profilo di alternativa (in generale) e di responsabilità (nel caso ci venga chiesto dal Presidente della Repubblica), piuttosto che stare a parlare di tutti quelli che abbiamo detestato come alleati credibili di un governo possibile che potrebbe fare, oltre alla riforma elettorale, anche un'altra manovra (!) e un po' di federalismo?
Non c'è niente di irresponsabile, nelle mie parole: se ci fosse una sede in cui discuterle, queste mie posizioni, lo farei. E non sono matto: so che andare a votare sarebbe pericoloso per noi e per il Paese. Infatti, se fossi stato nei nostri, sarei stato più accorto nel biennio di follie 2006-2008 (e magari anche prima, nel 1998, per capirci). E, se fosse stato in Fini, magari con un 'dittatore' avrei evitato di rinnovare l'alleanza e di farci un partito insieme. Poi scopri che è illiberale. E che magari ti fai sbattere fuori, ma i conti nemmeno ti tornano.

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