Lo sospettavo, ma sapere che Veltroni dice le stesse cose di due anni fa è, a suo modo (un modo curioso), quasi confortante. Noi, che non siamo nostalgici né del 2008, né del 2006 (al massimo del 1996), andiamo oltre, cercando di parlare il meno possibile tra di noi e cercando di trovare una chiave di interpretazione della realtà che non sia il tentativo di adattare il mondo al Pd, ma al massimo il suo contrario: non riesco più ad appassionarmi all'eterno dibattito tra partito leggero e partito pesante (a nessuno viene il dubbio che non ci sia nemmeno più, un partito), alle responsabilità del segretario (non importa quale segretario, la regola vale per ogni segretario), all'identità e all'orgoglio da ritrovare quanto prima (già), all'antiberlusconismo (corretto, però, ci mancherebbe, da una maturazione della nostra proposta politica), a Casini e a Fini e al loro destino politico. Non ce la faccio, è più forte di me.
P.S.: «troppi vini per un frigo solo»: la metafora è precisa.
P.S./2: a proposito di identità, qualcuno consiglia di occuparsi di quella degli elettori, eventualmente.
P.S./3: pare anche che Veltroni abbia spiegato che anche Cameron e Papandreu hanno perso un'elezione e vinto quella successiva. Tutti hanno pensato si voglia addirittura ricandidare: ottimo. Il riferimento al secondo dei due leader europei, nel frattempo, dovrebbe ricordarci che forse potremmo dire qualcosa di sensato sulla Grecia, sull'Euro a due velocità e su tutte le cose che stanno capitando nel mondo e di cui il Pd fatica a parlare, perché non fanno parte del suo famoso dibattito interno.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti