ualcuno, scherzando, mi ha scritto, con uno slogan che ho subito adottato, «No Civati, no parchi». Oltre alla difesa del Parco della Valle del Lambro, oggetto di una speculazione berlusconiana (nel senso della ventina di palazzine di Arcore che B vorrebbe costruire, dietro al mausoleo e vicino allo stabilimento della Rovagnati), al rilancio della green way che corre lungo la Pedemontana, alla promozione di alcuni Plis della Brianza, vorrei aggiungere un altro parco, di cui finora mi sono (colpevolmente) poco occupato, anche perché riguarda solo in parte la mia 'zona'. Si tratta del parco sovraccomunale della Brughiera Briantea che deve diventare un parco regionale a tutti gli effetti (come è già accaduto al vicino parco della Pineta nel corso dell'ultima legislatura, grazie soprattutto all'impegno della minoranza consiliare). All'insegna della difesa del territorio (vedi alla voce «consumo di suolo) e della necessaria tutela di un paesaggio in gran parte già compromesso, un impegno da assumere per i prossimi anni. Nella speranza che siano meno grigi e più verdi.

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