Formigoni spiega l’operazione della Regione Lombardia all’Aquila. «Attendo se non a ore, a giorni, un avviso di garanzia dall’Aquila. L’accusa è di aver costruito la Casa dello studente con 128 posti letto a tempo di record – ha detto il presidente della Lombardia – Questa è un’azione della quale sarò sempre orgoglioso. Sulle mie labbra fiorirà sempre il grido: viva la Regione Lombardia. Al procuratore dell’Aquila dico che la Casa dello studente, realizzata in legno, fra 30 anni sarà inutilizzabile e il terreno verrà rimesso a disposizione». Così, oggi. Curioso che prima, del concetto che «fra 30 anni sarà inutilizzabile» Formigoni non avesse mai parlato. Gli studenti si erano fatti alcune domande, a cominciare dal fatto che la Casa fosse stata data in gestione alla Curia stessa (benché l’accordo di programma prevedesse che a gestirla fosse la Regione Abruzzo attraverso le sue articolazioni, ovvero l’Adsu). Ma la cosa che colpisce è che l’accordo prevedeva che, trascorsi i trent’anni, il terreno tornasse sì alla Curia, beneficiaria, però, di tutto quello che si trovava sopra. Ovvero, anche del bene da 7,5 milioni di euro. Come mai Formigoni ha cambiato versione? Leggiamo la delibera di Giunta regionale del 19 giugno 2009, n. 8/9708 (la trovate qui:

La Arcidiocesi si impegna a cedere a titolo gratuito, alla Regione Lombardia, il diritto di superficie sull’area interessata dalla realizzazione della residenza universitaria di cui al presente Accordo di programma, per il periodo di anni trenta, pari alla vita utile della residenza universitaria stessa, al termine dei quali si applica quanto disposto dall’art. 953 del Codice Civile.

La delibera richiama l’art. 953 del Codice Civile (diritto di superficie), che così recita:

Se la costituzione del diritto è stata fatta per un tempo determinato, allo scadere del termine il diritto di superficie si estingue e il proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione.

Ora, probabilmente, tra trent’anni, Formigoni sarà ancora presidente della Regione Lombardia. Ma, secondo voi, chi sarà proprietario della Casa dello Studente?

P.S.: quanto al curioso argomento secondo il quale la Casa ‘durerebbe’ soltanto trent’anni, mi sono documentato sul sito di chi l’ha costruita. Leggete qui, la prima risposta alle Faq: «una casa in legno può durare centinaia d’anni, è solida quanto una casa in calcestruzzo». Secondo me, il gruppo Rubner (che realizza Blockhaus fin dal 1964) potrebbe anche offendersi (e andrebbero immediatamente avvisate le 10000 persone nel mondo che hanno acquistato case del genere).

P.S./2: non male spendere 7,5 milioni di euro per una struttura che ha vita così breve e che dopo trent’anni è «inutilizzabile»…

P.S./3: le cose me le spiego così: la Casa tra trent’anni non solo sarà utilizzabile, ma sarà utilizzata dalla Curia, che ne diventerà proprietaria, dopo averla gestita per trent’anni, e non sarà tenuta nemmeno a ospitare gli studenti. Questo dice la delibera. Perché la vita utile citata in delibera non si riferisce all’immobile, ma alla sua destinazione. Formigoni, oggi, ha offerto una versione del tutto implausibile della vicenda per evitare di dover rispondere del passaggio di un bene da otto milioni di euro dalla Regione Lombardia all’Arcidiocesi dell’Aquila.

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