Tornando a casa, sul solito EuroStar (oltre alla tessera del Pd, quest’anno ho fatto la Cartaviaggio), ho letto il libro di Francesco Rutelli. S’intitola La svolta e, a parte l’incredibile sottotitolo (Lettera a un partito mai nato, veramente di pessimo gusto) è un testo interessante, di cui vi parlo nelle prossime ore. L’editore è Marsilio. A pagina 119, l’autore scrive: «A sentire e leggere alcuni esponenti della sinistra [sul senso di Francesco per la sinistra tornerò, promesso], sembra che con questa "laicità" i treni tornino in orario, e che negli uffici pubblici il cittadino possa essere finalmente accolto dal sorriso di tutti i funzionari dietro lo sportello». Fin qui, a parte il poetico «tornano» (una volta i treni arrivavano, per Rutelli tornano, e per me è affascinante), c’è da aver paura. Poi, però, Rutelli rilancia e afferma (il grassetto è suo ed è una deile quattro espressioni così evidenziate in tutto il libro):

«Invece, la laicità è un metodo: un metodo di libertà e responsabilità».

Sorprendente, vero? Eppure devo averla già letta da qualche parte.

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