La mela si impone ancora come metafora della campagna congressuale del Pd. Scrive Rutelli, nel suo ultimo libro: «A sinistra la mezza mela del Pd rappresenta solo un quarto del Paese. Un quarto di mela. La mezza mela delle destre è impegnata in uno scontro interno senza quartiere per il controllo del potere, a partire dal nord […]». Bisogna unire, secondo Rutelli, questi pezzi di mela (absit iniuria verbis): «Per cambiare, prima che sia irreversibilmente tardi, si dovrebbe formare un governo di ricostruzione e rilancio dell’economia. Un governo del presidente, con larga base parlamentare, l’interruzione dei conflitti sempre più distruttivi, un programma ambizioso per tre anni, per poi riportare gli orologi, nel 2013, all’appuntamento con una competizione tra due schieramenti alternativi. Basati su alleanze di nuovo conio. Fantasia? Vedremo». Sempre mele, insomma, ma un po’ diverse.

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