Il mio compleanno l’ho passato in viaggio, in auto, nella campagna fiorentina. Sono arrivato fino a Barbiana, dove non c’è nemmeno un cartello che ti inviti a proseguire al termine della strada asfaltata, nessun indizio che ti conduca alla pieve di don Milani, lungo una via sterrata, dietro la curva, sull’ultimo poggio. Forse perché si tratta di un’altra Italia, un’Italia che non c’è più. Ed è lontana da quasi tutto quello che conosciamo e che vediamo ogni giorno, nel Paese dell’immobilità sociale, della scuola che non conta, del merito descritto in modo astratto e mai frequentato. L’Italia delle opportunità e della passione civile vive qui, in una canonica, nella lapide di un cimitero commovente, nel paesaggio fantastico che di qui si può ammirare. La nostra storia, quella passata, ormai tanti anni fa. Chissà se tornerà, chissà – soprattutto – se ne saremo capaci.

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