Bisogna entrare nel dettaglio? E allora entriamoci. Bisogna perlustrare il ‘territorio’? E allora perlustriamolo. Iniziando dalle cave e da una legge da cambiare da tempo, con un testo profondamente ripensato che in questa triste legislatura non siamo riusciti a portare a termine.

I punti sono semplici e, come tutte le cose semplici, consentono di semplificare:

– Riduzione dei passaggi burocratici ora previsti, anche alla luce della nuova definizione delle province, per evitare che ogni livello coinvolto duplichi procedimenti e intervenga in modifica (e solitamente in aumento) su quanto definito sulla base del fabbisogno di escavazione complessivo;
-Competenza del Consiglio Regionale riservata solamente agli atti di indirizzo dell’attività estrattiva
– Superamento dell’attuale comitato tecnico consultivo regionale;
– Definizione di tempi certi per gli operatori;
– Revisione al rialzo delle tariffe di escavazione (bloccate al 2008) per cui ci sia maggiore uniformità tra i vari Comuni e una cifra congrua per gli operatori derivante da un approdo ad una tariffazione unica;
– Incentivazione del riciclaggio (quello buono) dei materiali, per evitare che si scavi in eccesso rispetto a quanto già si può recuperare;
– Forte limitazione al ricorso alle cave di prestito per le opere pubbliche;
– Aumento delle sanzioni e dei controlli sull’attività estrattiva;
– Infine, un messaggio e un impegno: “Non abbandonare le cave”. Tutti i progetti di recupero devono essere portati a termine.

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