Siamo così arrivati al governo B IV e il IV già deve farci riflettere (andare a casa due volte consecutive e consentirgli di vincere ha qualcosa di incredibile). Un governo tutto berlusconiano, in cui nei ministri chiave ci sono i soliti volti che accompagnano B dal 1994. Tremonti e Frattini sono i ministri di peso e questo già la dice lunga. Maroni torna all’Interno e l’incredibile Calderoli, dopo aver devastato la legge elettorale, è stato nominato ministro per la delegificazione. Speriamo che la prima legge che cancellerà sia la sua porcata. Tutti gli altri sono fedelissi di B, suoi seguaci in senso letterale. Bonaiuti e Bondi (alla poesia?), Maria Stella Gelmini all’Istruzione, Mara Carfagna alle Pari opportunità e, cosa ben più significativa e grave, Angelino Alfano alla Giustizia. La buona notizia è che ci sono tanti giovani, anche se le donne sono davvero molto poche e di scarsissimo peso politico. Abbiamo temuto per Brambilla all’Ambiente (dove per altro va un’altra pupilla di B, Prestigiacomo). Brambilla, non si sa bene in ragione di quali competenze, sarà viceministro alla Sanità. Alleanza nazionale è sparita dai posti che contano e ci par di capire che il capodelegazione sarà La Russa. Andiamo bene. In effetti, ora si capisce perché Formigoni non poteva fare parte di un esecutivo così: paragonato a questi colossi del pensiero è, semplicemente, troppo bravo. Avrebbe rovinato la media. P.S.: dovevano essere 12, sono 21. Prima promessa non mantenuta.

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