Spazio ombelicale. Aut. Min. rich. Ci sono periodi così, che qualsiasi cosa dici è sbagliata. Qualsiasi mossa che azzardi, si rivela controproducente. Qualsiasi tentativo di "venirne fuori", si rivela affrettato. Bisogna fermarsi e, come volevano gli antichi, sospendere il giudizio. Ridimensionare i problemi, allontanarsi dai problemi che ci si porta appresso, aerostatizzare, come fa il Socrate nelle Nuvole di Aristofane. Ci vuole pazienza e, soprattutto, lentezza. Come nei treni di Tozeur di quella canzone, che passano lenti (mai come i treni dei pendolari di casa nostra). E per un istante ritorna la voglia di vivere ad un’altra velocità. Magari non immediatamente. Ma poi quel momento arriva. E allora è meglio sospendere il giudizio, non precipitarsi in reazioni del tutto controproducenti, a-rotta-di-collo. Vale per me, ma anche per il Partito Democratico. Fermarsi a meditare, soprattutto sul tempo, come sto cercando di fare anch’io. E di tempo ce n’è, ve l’assicuro, e le cose cambieranno, ne sono certo.

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