Come dicevo ieri citando Lercio (che poi è riuscito a citarmi a sua volta), ieri sono riuscito ad andare in minoranza anche tra i «civatiani» (che non lo sono).

Per evitare che fossero respinte le mie dimissioni, di fronte ai 500 delegati presenti agli Stati generali di Possibile, ho chiesto che il nostro partito andasse a Congresso, proprio perché non è un partito personale, se non per la cura e il rispetto delle persone e la lealtà che tutti dobbiamo coltivare tra noi.

Non un fatto affettivo, quindi, ma politico, per dirimere questioni non secondarie, rispetto alla direzione politica, ai risultati elettorali e alle ragioni che li hanno determinati, al modo di intendere la politica stessa.

Una stagione si chiude e se ne apre un’altra. Ora tocca a voi, tocca a voi aderire, partecipare, proporre.

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