Come un faraone egizio, o come Fraga in Galicia (l’unico presidente rimasto in carica così a lungo), Formigoni ha discusso con B l’eventualità di candidarsi per la quarta volta alla presidenza della Regione Lombardia. Dal 1995 arriverebbe così al 2015: un ventennio preciso. Del resto, a Formigoni dalla trattativa romana è arrivato ben poco: nel governo nazionale ci saranno tanti lombardi – da Maroni a Bossi, dalla Gelmini a Lupi, per non dire di Bondi ormai naturalizzato arcorese – tranne lui; Letizia Moratti è appena stata nominata commissario per l’Expo; gli assessori che se ne vanno, Abelli, Beccalossi e Corsaro, erano tra i più influenti della sua giunta; il rimpasto in queste condizioni non è così semplice: Formigoni sostiene di non volere sostituire i partenti, ma vorremmo capire come farà An ad accontentarsi dell’unico assessore che le è rimasto (e che assessore: Piergianni Prosperini). Per quanto riguarda, infine, l’incarico politico nel Pdl, non si parla più della presidenza nazionale, ma di una vice-presidenza. Insomma, una scoppola con cui si dovrà confrontare il Formigoni III, prima ancora di capire cosa potrà succedere nel 2010. Che non è mai stato così lontano come oggi.

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