Tutti corrono per il "posto fisso" nelle liste del maledittissimo porcellum (un vero incantesimo di Circe, che fa emergere i tratti meno nobili della politica) e non si rendono conto che la partita è più aperta e che si è introdotto, con queste elezioni e con la sfida del Pd, un tratto precario che secondo me fa bene (sia alla politica sia ai politici). Tutti dicono che ci credono e che sono con Walter, ma puntano esclusivamente ai primi posti, quelli degli "eletti in caso di sconfitta". Proprio così. Torno a proporre, come già in passato, che si costituisca un gruppo di candidati – visibili e determinati – nelle posizioni critiche, quelle degli "eletti solo in caso di vittoria". Se si vuole raccogliere la sfida, bisogna farlo fino in fondo. Sarebbe un segnale molto forte e molto irrituale, me ne rendo conto, ma credo che dai riti e dalle debolezze della politica i cittadini siano già fin troppo esasperati. Aggiungo che la lista dovrebbe essere una playlist, in cui ciascuno possa scegliersi la canzone (o le canzoni) e l’interprete (o gli interpreti) che più preferisce. Per questo sono un po’ preoccupato dalla lista in stile Ecopass (confinata a candidati provenienti dalla cerchia dei Bastioni) di cui si vocifera per la circoscrizione di Milano e ancor di più dalla sua scarsa varietà (a leggere i giornali, s’intende). Mi stupisce anche il cortocircuito per cui i laici parlano solo della Binetti e i credenti solo di Veronesi, quando dovrebbero, entrambe le categorie, fare, semplicemente, il contrario. Facciamo la cosa giusta: con un po’ di coraggio, di gusto per il Risiko, e un po’ di sagacia. Che non guasta mai.

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