Quella buona dozzina (ovvero «Le dodici fatiche di Walter»)

Da un appassionato di Ercole, ci dovevamo aspettare il riferimento numerico azzeccato (per altro molto, ma molto cinematografico). Ecco che Walter sceglie il dodici per scandire il suo programma elettorale (i «dodici punti di Roma», la migliore dozzina della politica italiana da tanti anni a questa parte), e noi lo seguiamo (e inseguiamo) nel progetto più ambizioso che abbiamo mai conosciuto.
Prima Walter si dovrà confrontare con il Leone nemeo, di cui conosciamo la criniera un po’ posticcia, ma di cui tutti temono l’apparente invulnerabilità e un principio di inquietante immortalità (sappiamo anche che, secondo la tradizione, il leone, pronto a sbranare, dopo lungo e terribile duello, finì sbranato). Poi il Walter erculeo dovrà prendersela con l’Idra di Lerna che, un po’ come la spesa pubblica, la tagli da una parte e ricresce dall’altra, di doppie dimensioni oltretutto; subito dopo il nostro eroe dovrà catturare il cinghiale di Erimanto, un porcellum particolarmente insidioso, che distrugge i territori della politica e atterrisce le popolazioni; si troverà a sbaragliare la cerva di Cerinea, che – leggiadra – si candida con Storace; disperdere gli uccelli (del malaugurio) del lago Stinfalo, facendoci uscire tutti dalle sue acque paludose; ripulire le stalle di Augia attualmente allocate in provincia di Napoli (vedi anche alla voce «ecostalle», già presente in Omero); indirizzare la rotta a Sud e sistemare una volta per tutte il toro di Creta, ricavando dall’immane labirinto un bel po’ di alloggi e il più grande “piano casa” della storia (e, già che c’è, mandando Minosse nell’Ade per riformar la giustizia). Fermata finalmente la fame delle cavalle di Diomede (fiscali come poche altre), Walter dovrà conquistare la cintura di Ippolita, affermandosi elettoralmente presso le amazzoni (e le donne in generale, bramose di soluzioni e di risposte); sottrarre i buoi (e i cannoli) a Gerione e i pomi alle Esperidi dal loro giardino (quello che Esiodo chiamò «ambientalismo del fare»). Horribilis in fundo, Walter con il suo pullman dovrà prendere vivo Cerbero con le sue tre teste e quella sensazione di insicurezza che accompagna la vita degli italiani, e consegnarlo al carcere di Micene, con qualche elemento di certezza che vi sconti tutta la pena prevista. E’ abbastanza evidente che in tutto questo Walter dovrà avere il più assoluto sprezzo del pericolo e sfidare la sorte e le sue avversità, cercando di strappare l’Arcadia agli avversari (almeno al Senato) e portando con sé le indicazioni ricevute dall’oracolo di Spello. Tutto questo, caro Ercole, dovrai farlo entro il 13 aprile. Altrimenti Zeus, come già in passato, ci punirà. Sarebbe il caso di evitarlo. [Yes, we can. Per gli achei, se non ricordo male: dúnatai (δύναται)]

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