Spazio ombelicale. Aut. Min. rich. Vi dirò che una campagna elettorale per le Politiche scompagina parecchio i miei piani. Pensavo ad un 2008 di trasferimento, come accade nel giro d’Italia, quando i ciclisti la tappa la fanno sull’ammiraglia o sul pullmino. Mi era bastata la cima Coppi del 2007, con tutte le cadute e le gomme bucate che mi sono toccate. Speravo di avere tempo per approfondire certi argomenti, per verificare le poche cose che so e impararne di nuove, che ho solo l’imbarazzo della scelta. Studiare un modo per far contare di più il Pd in questa landa desolata e per migliorare la mia personale preparazione. Avevo anche mutuato lo slogan di una famosa trasmissione di una tv locale: voi dedicatevi pure allo stadio della polemica continua e insensata, io preferisco dedicarmi allo studio. Invece, a una decina di giorni di distanza dalla crisi del governo Prodi, devo dire che mi devo orientare sul modello «frenesia elettorale»: quello che non lascia scampo che ci si sveglia alle sette o anche prima magari alle sei e si va a letto alle due e si fanno comunicati incontri comizi riunioni manifesti volantini spot conferenze dichiarazioni banchetti mercati serate così per due mesi che poi a giugno ti guardi indietro e non hai nemmeno la possibilità di capire che cosa sia successo perché sei stato in un tubo per due mesi e sei andato a letto alle due e ti sei svegliato alle sei. Del resto, anche oggi ho finito ora di lavorare, anche se la mattinata era dedicata alla divinizzazione dell’uomo perfetto e la filosofia non è esattamente un lavoro perché è anche un piacere straordinario. Ora mi divanizzerò, nel senso letterale del divano, portando con me il dossier Attali, che potevano anche farne una sintesi perché ha lo stesso numero di pagine del programma dell’Unione, e studierò. Da domani, mi sa che non avrò molto tempo. Ma sapete cosa vi dico: che ci credo, nonostante tutto e tutti. O forse pensate che l’Italia abbia bisogno della quinta candidatura di Berlusconi e del suo ennesimo governo? E che siamo condannati al peggior sistema politico dell’Occidente? E che nessuno possa o quantomeno voglia farci niente? Veltroni 2008-Berlusconi 1994: partirei da qui. E mi butterei, anzi, mi butterò a capofitto, perché se no non vale la pena. Non foste fatti a viver la politica come bruti, ma per seguir virtute e magari una vittoria. Di quelle insperate, che se non arrivano ci abbiamo provato, ma che se arrivano, altro che 2006, con Fassino che legge un comunicato alle tre del mattino. Yes, we can. And if we can’t, we try.

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