Sono già intervenuto sull’argomento e ci torno nuovamente perché lo ritengo decisivo. Nel caso che non si riesca a formare il governo per le riforme guidato da Franco Marini (ma anche se ce la dovessimo fare), è il caso di attrezzarsi per la campagna elettorale. Prima che sia troppo tardi. E prima che ci dicano che è troppo tardi per fare una proposta all’altezza della competizione elettorale che abbiamo di fronte. Ci vogliono i caucus per scegliere i candidati e ci vogliono liste che siano capaci di interpretare quella carica di rinnovamento e di riforma del sistema politico che tutti ora si aspettano dal Partito democratico. Futuro contro passato, dice Obama. A noi basterebbe qualche timido accenno. E allora perché non pensare a liste ‘compilation’ rappresentative di tante sensibilità diverse. Liste nelle quali si investa davvero, con i candidati che rappresentino tutti i territori e quelli in bilico – che sono eletti solo se si vince  o si fa un ottimo risultato – di grande qualità e di alto profilo, nonché rappresentativi quella "nuova stagione" che Veltroni ha promesso agli italiani. Abbiamo detto che vogliamo giocarcela, in autonomia e fino in fondo. Le liste sono il primo passo. Non inciampiamo.

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