Mentre si sta strutturando il monumentale organigramma del Pd anche a livello locale, proseguo con la serie di proposte con cui sto cercando di dare il mio contributo alla nascita del nuovo partito. Oggi il menu prevede una riflessione sulle sedi. Non solo per rilanciare la proposta del «Pannello democratico», ovvero di un investimento perché le sedi del Pd, vecchie e nuove, siano ecologiche e sostenibili. La mia proposta è quella di rendere democratica l’intera palazzina, pensando in particolare alla sede di via Arosio, che probabilmente sarà la sede del Pd di Monza e della Brianza. Punterei molto sull’accoglienza, con uno spazio lounge, come si dice oggi e fa molto fino, all’ingresso, dove bere il caffè, del buon vino, avere a disposizione uno spazio internet e una piccola biblioteca. La sala delle conferenze, poi, deve essere immediatamente dotata della strumentazione necessaria per le proiezioni e anch’essa cablata. E’ l’idea del ‘loft’, dello spazio aperto, che prima che a Veltroni è venuta ai Ds di Triuggio, e che l’hanno realizzata a Canonica. «Porte aperte» evoca cattivi ricordi (oltre che un libro straordinario di Sciascia), ma dà l’idea di quello che vuole essere il Pd. Uno spazio a disposizione della comunità politica e della società, capace di accogliere intelligenze e sensibilità. E anche la sede ha una sua importanza. Che la palazzina (parola che evoca a sua volta momenti di straordinaria partecipazione nei Settanta), insomma, sia democratica.

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