L’omonimo Andrea Civati è un giovane dirigente varesino del Pd attualmente negli Stati Uniti per motivi di studio. Mi scrive nella notte alcune note significative sulla campagna elettorale dei Democratici americani. L’argomento saliente è quello della campagna per raccogliere risorse (che là chiamano fundraising). Andrea ci ricorda che il fundraising ha un significato immediatamente politico: «La cosa particolarmente interessante – mi scrive Andrea – è che in questo finanziamento Obama ha voluto coinvolgere esplicitamente i giovani a dispetto delle lobby e dei gruppi di potere; questo è un segnale di rinnovamento perché dimostra l’interesse anche verso gli elettori più giovani. Insomma strano sentir dire da un candidato che deve molte delle possibilità di elezione ai fondi che riuscirà a raccogliere: “Rifiuto i soldi delle lobby ma ricerco il consenso dei giovani e del ceto medio perché è per loro che lavorerò se diventerò presidente”. Il Pd si deve porre il problema della riforma della politica: rimettere ordine al sistema di finanziamento pubblico dei partiti, puntare sulla raccolta diffusa e tematica di risorse (per campagne e per progetti), associare proposta politica, comunicazione e fundraising. Perché le tre cose, a ben guardare, vanno insieme. Non dimentichiamolo.

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