Parte oggi la sfida per il Pd regionale. Martina contro Sarfatti. Il secondo, com’è noto, ha deciso di candidarsi per sparigliare e per dimostrare che il trust partitico che sostiene il primo non è l’unica alternativa possibile. Una decisione che ho salutato con favore e che permetterà agli elettori lombardi di fare una scelta chiara, sulla base di contenuti che per ora però non sono del tutto chiari e che molti si attendono di conoscere. Entrambi puntano sull’innovazione e sulla creatività – Sarfatti l’ha praticata tutta la vita nella sua attività di imprenditore, Martina l’ha messa al centro della sua iniziativa politica, con l’operazione “Classe creativa” che riprende a qualche anno di distanza le idee di Richard Florida. Sulla sicurezza Martina non si discosta dalla linea già sostenuta dal suo predecessore, e ha chiesto un impegno della sinistra molto chiaro (sua la proposta di chiedere a tutti i cittadini, italiani e non, di registrare presso le autorità competenti le proprie impronte digitali e quella di chiedere un anno di servizio civile agli immigrati che volessero diventare cittadini italiani). Sarfatti sembra voler proporre un’opzione politica più solidaristica, ancorché basata sulla difesa della legalità a tutti i costi. Il tema più delicato è quello delle alleanze: Sarfatti ribadisce l’importanza della coesione dell’Unione, Martina sembra preferire uno schema più aperto (‘variabile’ o di nuovo ‘conio’), anche se in merito non ricordo si sia mai espresso con decisione: anzi, nelle ultime settimane, mentre infuriava lo scontro Pollastrini-Penati, ha preferito mantenere un silenzio di natura eminentemente tattica. Scopriremo i due candidati nelle prossime settimane, nella speranza che si esca finalmente dalla logica del posizionamento e del chi-sta-con-chi e si inizi a parlare di politica. Per ora, potete raccogliere le informazioni su Martina cliccando qui (c’è anche il blog, of course).

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