Mi chiama Marco da Roma e si parla di Partito democratico. Siamo d’accordo con Padellaro: sui giornali si prosegue “come se niente fosse” in una mesta Totentanz di ministri e presidenti di regione che si rincorrono per darsi degli idioti. Secondo me, è il caso, davvero, di smetterla. Di mettere in ordine le questioni e di risolverle. Di dare risposte da troppo tempo attese, facendo tacere il gracchiare degli uffici stampa e delle segreterie. Abbiamo perso dappertutto, a indicare che la politica – quella del centrosinistra – deve fare uno scatto d’orgoglio e di umiltà insieme, per non consegnarsi al qualunquismo, da una parte, e per non chiudersi nella ‘casta’, dall’altra. Ci vuole un nuovo partito per quello: a chi interesserebbe un partito che fa la somma dei gruppi dirigenti e la moltiplicazione degli elementi di confusione? Ci vuole un partito meno gerarchico, più aperto, più coerente, in cui non siano obbligati tutti a fare politica perché quelli che la fanno sono chiari, lineari, trasparenti e affidabili. E magari non la fanno per sempre, ma ogni tanto lasciano il posto a qualcun altro. Si può fare. E non c’è tesoretto che tenga.

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