Veltroni non delude le aspettative con un discorso alto, sulla cultura che migliora la vita della città (anche di chi non partecipa alle manifestazioni culturali), sulla dignità delle elezioni municipali (che non sono competizioni politiche bonsai, ma hanno un loro profilo e una loro importanza anche senza pensare a questo o a quel governo nazionale), alla straordinaria esperienza del lavoro di sindaco. Un comizio pacato che è anche un appello, perfettamente disatteso qualche ora dopo dal candidato sindaco leghista, che se l’è presa con un pubblico quasi tutto schierato con Faglia al Manzoni, raccogliendo le provocazioni, minacciando a chi lo contestava chiarimenti “a quattr’occhi” in perfetto stile fascista padano, che forse gli viene dall’alleanza con Azione sociale e con i mussoliniani che fanno parte della sua coalizione. Mariani questa sera, nell’ultimo dibattito tra i candidati sindaco, non ha solo sofferto Faglia: ha patito anche Moccia e Mosca, i ‘terzisti’ che gli hanno in più occasioni sottratto la posizione del principale sfidante. Come se l’intervento del pomeriggio del sindaco di Roma fosse stato profetico. La pacatezza e la moderazione non cercatela nel centrodestra: i moderati e i responsabili stanno tutti con Faglia e mal sopportano le intemperanze, le cafonerie e le volgarità di chi moderato proprio non è. Forse perché è leghista, forse perché ha un’alleanza che arriva alle estreme propaggini del neofascismo, forse perché non ha un progetto politico se non quello di dire che Faglia non va bene e basta, però Mariani non è moderato. Per niente. Anzi, rappresenta proprio il contrario del senso dell’intervento di Walter Veltroni: è un vero peccato che se lo sia perso. Noi, per parte nostra, potremo dire: «Io c’ero».

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