«Non ho niente contro di loro. Convivano pure. Ma l’omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo. […] Ecco, qua vien fora el mejo del dotor. Garrotiamoli, ho concluso. Ma non con la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta intorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia». Ho proposto che l’Unione chieda le dimissioni dell’assessore ai giovani della Regione Lombardia, che ieri ha pronunciato queste parole orrende. Le chiediamo in ragione della dignità dell’isitituzione che rappresentiamo e dei lombardi che non si meritano un assessore così.

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