"Tutto il contrario di quell’individualismo appropriativo ed anomico al quale oggi si fa sempre più riferimento come unica espressione delle ‘potenzialità’ di ciascuno", con queste parole Paolo Corsini ha ieri sera concluso il suo intervento sull’idea di città, sulla sua vocazione e sulla sua missione storica e attuale. Corsini ha duettato con Faglia, con cui ha trovato più di un’affinità, descrivendo il lavoro più che decennale a Brescia per dare una nuova immagine alla città. Cultura e innovazione, in una città – per dare due soli dati – in cui 600.000 persone all’anno visitano le mostre (un primato superiore anche ai numeri di Roma, per capirci) e dove è teleriscaldato quasi il 100% della città. Una città che conserva con diligente cura il senso della cittadinanza, che lo promuove nell’iniziativa politica e culturale, che si tiene lontana da un "localismo che distrugge il locale" per affermare però compiutamente se stessa. E’ la città, secondo Corsini, il luogo della politica attuale e delle sue contraddizioni da risolvere. Un messaggio importante per quella che Corsini descrive come sinistra della ragione, all’insegna di un riformismo deciso e colto, consapevole delle grandi trasformazioni in atto e ambizioso di volerle governare.

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