Stamattina, a Usmate, Festa dell’albero, manifestazione di Legambiente. Il carpino che mi è stato ‘assegnato’, perché lo adottassi, ha un nome semplice semplice: si chiama Brianzolo. L’adozione per me ha un significato piccolo, ma importante: vorrei infatti sostenere i Plis (i parchi di interesse sovracomunale della zona, la Cavallera e i Colli briantei), magari facendoli diventare dei Parchi regionali a tutti gli effetti e con tutti i crismi. E mi piacerebbe che questi parchi fossero collegati tra loro e con gli altri parchi con un sistema di corridoi ecologici e di percorsi ambientali e culturali che li tengano insieme (il famoso sistema dei parchi della Brianza), all’interno di un programma di rimboschimento e di riqualificazione del verde che fa segno al progetto Metrobosco della Provincia di Milano. P.S.: pensando al carpino, viene in mente il Gadda della Cognizione del dolore: «Al passare della nuvola, il carpino tacque. E’ compagno all’olmo, e nella Néa Keltiké lo potano senza remissione fino a crescerne altrettanti pali con il turbante, lungo i sentieri e la polvere: di grezza scorza, e così denudati di ramo, han foglie misere e fruste, quasi lacere, che buttano su quei nodi d’in cima». Il mio, di carpino, spero sarà trattato meglio…

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